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Tammy Abraham è uno degli attaccanti inglesi più interessanti della sua generazione e negli ultimi anni ha saputo dimostrare il proprio valore sia in Premier League sia in Serie A,

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Tammy Abraham è uno degli attaccanti inglesi più interessanti della sua generazione e negli ultimi anni ha saputo dimostrare il proprio valore sia in Premier League sia in Serie A, diventando un punto di riferimento per le squadre in cui ha militato. La sua carriera, ancora relativamente giovane, è già ricca di episodi significativi, di alti e bassi, e di esperienze che lo hanno forgiato come calciatore e come uomo.

Nato a Londra il 2 ottobre 1997, Tammy Abraham – il cui nome completo è Kevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo-Abraham – ha origini nigeriane da parte della famiglia, ma ha scelto di rappresentare l’Inghilterra a livello internazionale. Sin da bambino ha mostrato una grande predisposizione per il calcio, tanto da entrare molto presto nel settore giovanile del Chelsea, club che ha rappresentato il trampolino di lancio della sua carriera. Cresciuto nei “Blues”, Abraham ha affinato le proprie qualità di centravanti moderno: fisico imponente, buona tecnica, capacità di attaccare la profondità e un istinto naturale per il gol.

Il Chelsea, come noto, ha spesso mandato in prestito i propri talenti per farli maturare, e anche Abraham ha seguito questa strada. Prima è andato al Bristol City, dove nella stagione 2016-2017 si è messo in mostra segnando oltre 20 gol in Championship, impressionando gli addetti ai lavori. Successivamente ha vestito la maglia dello Swansea e poi quella dell’Aston Villa, club con cui ha avuto un’annata straordinaria in Championship, contribuendo in modo decisivo alla promozione della squadra in Premier League grazie alle sue reti. Queste esperienze hanno dimostrato che Abraham aveva tutte le carte in regola per affermarsi ad alti livelli.

Il ritorno al Chelsea sembrava l’occasione giusta per consolidarsi nella massima serie inglese. Con Frank Lampard in panchina, Abraham ha avuto spazio e fiducia, ripagando con un buon numero di gol nella stagione 2019-2020. È stato uno dei migliori marcatori del club, dimostrando personalità e freddezza nonostante la giovane età. Tuttavia, con l’arrivo di altri attaccanti e con il cambio di allenatore, il suo minutaggio è diminuito, costringendolo a cercare nuove opportunità.

Il salto in Italia, alla Roma, è stato uno dei momenti più importanti della sua carriera. Nell’estate del 2021, infatti, i giallorossi guidati da José Mourinho hanno deciso di puntare su di lui come centravanti titolare, investendo una cifra considerevole. Abraham ha accettato la sfida, lasciando la sua comfort zone londinese per mettersi in gioco in un campionato diverso, tatticamente complesso come la Serie A.

Il suo impatto a Roma è stato immediato. Nel primo anno ha conquistato i tifosi giallorossi con la sua energia, la sua grinta e, soprattutto, i suoi gol. Ha chiuso la stagione 2021-2022 con più di 25 reti complessive, stabilendo il record di marcature per un giocatore alla prima stagione in giallorosso. È stato determinante anche nella cavalcata europea della Roma in Conference League, segnando gol pesanti e aiutando la squadra a sollevare il trofeo a Tirana. Quella vittoria ha rappresentato un momento storico per il club e Abraham è diventato uno dei simboli di quel trionfo.

Il legame tra Abraham e la tifoseria romanista è cresciuto grazie alla sua personalità solare e alla sua disponibilità. Sempre sorridente, coinvolgente sui social e vicino ai tifosi, l’attaccante inglese ha saputo integrarsi nella cultura italiana, imparando la lingua e mostrando rispetto per la città e per il club. Per molti giovani tifosi è diventato un idolo, capace di unire spettacolo e concretezza.

La seconda stagione, però, non è stata altrettanto semplice. Nel 2022-2023 Abraham ha sofferto una certa discontinuità, segnando meno gol rispetto al suo primo anno e affrontando momenti di difficoltà sotto porta. Nonostante ciò, ha continuato a dare il massimo in campo, dimostrando spirito di sacrificio e disponibilità al lavoro di squadra. Purtroppo, verso la fine della stagione, ha subito un grave infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fuori per molti mesi, rallentando la sua crescita e mettendo alla prova la sua resilienza.

L’infortunio ha rappresentato una fase complicata della sua carriera, ma Abraham ha mostrato forza mentale. Ha lavorato duramente per recuperare e tornare a disposizione, con la voglia di dimostrare di poter essere ancora decisivo ad alti livelli. Questo periodo ha evidenziato non solo il lato atletico del giocatore, ma anche quello umano: la capacità di reagire alle difficoltà, di non arrendersi e di guardare avanti con fiducia.

A livello tecnico, Tammy Abraham è un attaccante che unisce potenza fisica e agilità. Alto più di 1,90, sa sfruttare il proprio fisico per proteggere palla e duellare con i difensori, ma allo stesso tempo possiede una buona velocità nei movimenti senza palla. È abile nel gioco aereo, ma anche nelle conclusioni con entrambi i piedi. Nonostante non sia un rifinitore puro, è in grado di partecipare alla manovra, aprendo spazi per i compagni e dialogando con i trequartisti. La sua generosità lo porta spesso a sacrificarsi, a rincorrere gli avversari e a pressare alto, qualità che lo rendono prezioso in ogni fase del gioco.

Con la nazionale inglese, Abraham ha avuto un percorso meno continuo rispetto al club. Ha esordito con i “Three Lions” e ha segnato anche alcuni gol, ma la concorrenza nel ruolo di centravanti è molto alta, con giocatori del calibro di Harry Kane e altri giovani emergenti. Nonostante ciò, Abraham rimane una risorsa importante per il commissario tecnico, grazie alle sue caratteristiche complementari agli altri attaccanti.

Guardando al futuro, la carriera di Tammy Abraham ha ancora molte pagine da scrivere. A soli ventisette anni, possiede esperienza internazionale e la maturità per affrontare nuove sfide. Il suo obiettivo sarà ritrovare la continuità sotto porta, dimostrare di aver superato i problemi fisici e riaffermarsi come uno degli attaccanti più affidabili d’Europa.

La sua storia è anche un esempio per tanti giovani calciatori. Nonostante le difficoltà incontrate – dalla competizione interna al Chelsea, ai prestiti in club meno prestigiosi, fino all’infortunio grave – Abraham ha sempre risposto con professionalità e determinazione. Ha dimostrato che il talento da solo non basta, ma deve essere accompagnato da lavoro, sacrificio e capacità di adattamento.

Oggi Tammy Abraham è ricordato dai tifosi della Roma come un giocatore che ha portato entusiasmo, gol e un trofeo europeo dopo tanti anni di attesa. La sua figura è un simbolo di come un calciatore straniero possa integrarsi pienamente in un contesto diverso, diventando parte della storia e dell’identità di un club. In futuro, che sia a Roma, in Inghilterra o altrove, continuerà a essere osservato con attenzione da chi apprezza il calcio moderno e la figura dell’attaccante completo.

In conclusione, Tammy Abraham rappresenta una parabola calcistica ricca di emozioni, fatta di sacrificio, esplosioni di talento, difficoltà da superare e grandi obiettivi ancora da conquistare. È l’immagine di un ragazzo che ha inseguito un sogno, lo ha realizzato passo dopo passo e che oggi, con la stessa determinazione di sempre, guarda al futuro pronto a scrivere nuove pagine di successo.

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