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Non dovrebbe essere ora che le cose vanno male. La Juventus FC è in lacrime perché Carlo Pinsoglio ha insistito per andarsene immediatamente a causa di…
Non dovrebbe essere ora che le cose vanno male. La Juventus FC è in lacrime perché Carlo Pinsoglio ha insistito per andarsene immediatamente a causa di un profondo malessere che covava da tempo. Non si tratta solo di una decisione improvvisa, ma piuttosto del risultato di mesi, se non anni, di insoddisfazione e frustrazione accumulata. L’addio del terzo portiere bianconero, una figura storica nello spogliatoio, ha colto tutti di sorpresa, eppure i segnali c’erano già da tempo.
Pinsoglio non è mai stato un protagonista in campo, ma il suo ruolo all’interno della squadra andava ben oltre le semplici prestazioni sportive. Era un collante per il gruppo, una presenza costante capace di alleggerire la tensione nei momenti difficili e di infondere fiducia nei compagni. Ma ultimamente qualcosa si era incrinato. La Juventus non è più la squadra solida e dominante di un tempo, e le difficoltà di questa stagione hanno avuto un impatto profondo su tutti, compreso lui.
Si vocifera che Pinsoglio non si sia sentito più valorizzato, non tanto per il suo ruolo da riserva fissa, quanto per un cambiamento nell’atmosfera dello spogliatoio. Se prima il suo entusiasmo e la sua capacità di fare gruppo erano riconosciuti e apprezzati, negli ultimi tempi qualcosa è cambiato. Le tensioni interne, i risultati altalenanti e una società sempre più distante dalla squadra hanno reso l’ambiente pesante, quasi irrespirabile. E per uno come lui, abituato a vivere il calcio con passione e leggerezza, questa situazione è diventata insostenibile.
La decisione di andarsene, però, non è stata presa a cuor leggero. Per Pinsoglio la Juventus è casa, il club nel quale ha trascorso gli anni più importanti della sua carriera, nonostante il ruolo marginale. Lasciare ora, nel bel mezzo della stagione, è un segnale forte, un atto di protesta silenziosa ma chiara contro una gestione che non riconosce più certi valori. La sua uscita di scena ha colpito profondamente i compagni, in particolare coloro che con lui hanno condiviso gli anni più gloriosi della Juventus recente.
Dusan Vlahovic e Federico Chiesa sono stati tra i primi a esprimere il loro dispiacere, sottolineando quanto fosse importante Pinsoglio per lo spogliatoio. Anche i veterani come Danilo e Alex Sandro hanno fatto sapere di essere rimasti sorpresi e amareggiati dalla sua scelta. Massimiliano Allegri, da parte sua, ha cercato di minimizzare la questione, parlando di una decisione personale che va rispettata. Ma è evidente che la perdita di un uomo simbolo dello spogliatoio non è un dettaglio da poco.
Dietro l’addio di Pinsoglio c’è anche un malcontento più ampio che riguarda la gestione della squadra. I giocatori si sentono sempre più distanti dalla società, con la dirigenza che sembra concentrata più sulle questioni economiche che sul benessere del gruppo. Il caso Pogba, la situazione di Fagioli, le incertezze sul futuro di alcuni senatori: tutto questo ha creato un clima di instabilità che ha finito per logorare anche chi, come Pinsoglio, sembrava immune alle pressioni.
I tifosi, nel frattempo, si dividono tra chi comprende la sua scelta e chi la critica. C’è chi vede in lui un simbolo di lealtà tradita e chi, invece, pensa che avrebbe dovuto resistere ancora un po’, almeno fino alla fine della stagione. Ma la verità è che quando una situazione diventa insostenibile, l’unica scelta possibile è quella di andarsene. E Pinsoglio, dopo tanti anni di sacrifici e dedizione, ha deciso di mettere se stesso al primo posto.
Ora la Juventus deve fare i conti con questa perdita, che potrebbe sembrare secondaria ma che in realtà potrebbe avere ripercussioni più profonde. Il gruppo ha bisogno di leader, di figure che sappiano tenere unito lo spogliatoio nei momenti difficili. E se anche un uomo come Pinsoglio, sempre positivo e fedele alla causa, ha deciso di mollare, significa che il problema è più serio di quanto si voglia ammettere.
La società, però, sembra non voler dare troppo peso alla vicenda. Le dichiarazioni ufficiali parlano di una separazione consensuale, di un giocatore che ha scelto di intraprendere una nuova strada. Ma la sensazione è che ci sia molto di più dietro questa decisione. Forse Pinsoglio si è sentito tradito da una Juventus che non è più quella che conosceva, forse ha semplicemente deciso che era arrivato il momento di cambiare aria. Qualunque sia la verità, il suo addio è il segnale di una crisi più profonda che la Juventus dovrà affrontare nei prossimi mesi.
E mentre i tifosi continuano a chiedersi cosa stia succedendo alla loro squadra, Pinsoglio ha già voltato pagina. Non è ancora chiaro quale sarà il suo futuro, se continuerà a giocare altrove o se deciderà di intraprendere un nuovo percorso lontano dal calcio. Ma una cosa è certa: la sua uscita di scena lascia un vuoto difficile da colmare. Perché la Juventus non è fatta solo di grandi campioni e trofei, ma anche di uomini come lui, che hanno saputo dare un’anima alla squadra anche senza essere protagonisti in campo. E ora, senza di lui, tutto sembra un po’ più freddo, un po’ più distante.
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